ECCO IL SALUTO A MOLA E AI MOLESI DI ANTONIO GELORMINI, DIRETTORE RESPONSABILE DI “MOLA LIBERA”

Mola di Bari – Rientro peschereccio

Con un suo video girato allo sbarco del pescato nel porto peschereccio: un documento che testimonia il lavoro e la vita di tutti i giorni nel nostro paese proteso sul mare, con la genuinità e la spontaneità della gente di Mola.

“MOLA LIBERA” UNA CAMPANA NUOVA SUL MARE DI LEVANTE

di Antonio V. Gelormini

Freschezza, vivacità e innata vocazione alla libertà sono i caratteri identitari di Mola di Bari: il braccio di un contesto metropolitano proteso verso quell’orizzonte largo e profondo, che guarda ad Oriente, ma spazia nel mare, a noi più familiare, senza confini e senza tempo.

Importante presidio portuale, animato dai suoi pescatori – i cui sorrisi rugosi sono da sempre segnati dal sale e dal sole di Puglia – e dall’andirivieni quotidiano dei loro pescherecci, la città testimonia con insistenza una sorta di predisposizione alla “buona novella”, nonché alla missione diffusa e ispirata alla stessa tradizione biblica degli storici discepoli.

Per questo, il pesce era, resta e continuerà ad essere il segno e l’elemento naturale più rappresentativo dell’indole ‘guizzante’ di ogni autentico molese. In questa pluralità di voci, di silenzi e sentire comune ogni rintocco di nuova campana si conferma foriero di stimoli e richiami a un rinnovato entusiasmo e a una seria predisposizione analitica.

Le metaforiche colonne d’Ercole sono superate, il viaggio in mare aperto si preannuncia ricco di testimonianze, aspettative e prospettive sempre più avvincenti. Orgoglioso di condividere sia l’intraprendenza che la passione di questo piccolo nuovo equipaggio.

In tale contesto, dalle radici antiche con lo sguardo rivolto al futuro, declinato magari al plurale, mi piace sottolineare l’augurio di “Buon lavoro” al nocchiero Andrea Laterza, ai collaboratori e a tutti i molesi, con un filmato piuttosto familiare. Accompagnandolo, da autore “troiano”, con le parole di Ulisse, l’eroe immaginario reso da Omero uno dei più grandi visionari della letteratura greca:

‘O frati’, dissi ‘che per cento milia
perigli siete giunti all’occidente,
a questa tanto picciola vigilia de’ nostri sensi ch’è del rimanente,
non vogliate negar l’esperienza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza’.

(Inferno, canto XXVI, vv.112-120)

Che il vento accompagni sempre la rotta di “Mola Libera”!