A pochi giorni dal voto circola nelle case dei molesi un opuscolo diffuso dal ricandidato Giuseppe Colonna… Il librettino conferma il fallimento dei 5 anni della sua amministrazione, nonchè la riproposizione dei progetti non eseguiti nel corso del mandato appena scaduto, alcuni vecchi di 23 anni e con l’antico “sogno di gloria” dell’abortito Urban berleniano.
Come ben si può notare:
1) Edilizia scolastica. L’unico intervento di rilievo è la riapertura della scuola materna di Via Mazzini, per il resto si tratta di ordinaria amministrazione, in specie se si parla di sostituzione infissi e tinteggiatura alla De Filippo.
Restano i “buchi neri” della Media Dante che cade a pezzi, dell’edificio della ex scuola elementare di Via Trento, in uno stato di pauroso degrado, della scuola materna Arianna tuttora abbandonata.
2) Impianti sportivi. Vengono enunciati la riqualificazione del Caduti di Superga (atto più che dovuto dopo numerose stagioni calcistiche con le squadre molesi costrette a giocare fuori Mola); la riqualificazione del parquet del Palazzetto dello Sport e impermeabilizzazione solaio (un provvedimento indispensabile perchè ci pioveva dentro e il parquet si era rovinato); apertura del playground di Via De Gasperi, in breve sottoposto al degrado per assenza di custodia e di manutenzione. Tuttavia, assolutamente nulla è stato fatto per il recupero del fatiscente stadio comunale, che si trova in una spaventosa situazione di degrado igienico-sanitario, nè tanto meno per dotare Mola di un’indispensabile piscina comunale, che serve non solo a fini agonistici ma anche fisioterapici e di rieducazione psico-motoria.
3) Manutenzione straordinaria delle strade. Un flop gigantesco, con appena 16 strade dichiarate nel programma e neppure tutte asfaltate (diverse, come Via Tommaseo e gran parte di Via Toti non hanno visto un grammo di bitume) e nemmeno per intero, con interi isolati “dimenticati” e, in ogni caso, anche con esecuzioni che lasciano molto a desiderare (marciapiedi danneggiati, riduzione, fino all’eliminazione, dello spazio tra marciapiede e fondo stradale, con formazione di grandi pozze d’acqua alla prima pioggia, cantine allagate, ecc.).
4) Interventi in ambito portuale con manutenzione del mercato ittico (che si trovava in condizioni pessime e sarebbe stato impossibile non mettervi mano, pena la chiusura per motivi igienico-sanitari) e riqualificazione del porto.
In realtà, si tratta di lavori al solo molo di tramontana, con un progetto che ristruttura i vecchi edifici della Capitaneria e crea una passeggiata su tale molo, già bocciato dalla Soprintendenza (e poi rivisto dal Comune di Mola), e che renderà molto difficoltoso il lavoro dei pescatori per la difficoltà logistica di far coesistere le indispensabili attività a terra dei motopesca con il flusso di visitatori.
5) Nuovo servizio di igiene urbana. Nei fatti, si è trattato di un atto dovuto, legato alla programmazione regionale che ha imposto la costituzione di ARO (Ambiti Regionali Ottimali) per l’appalto unitario dei servizi di raccolta e smaltimento rifiuti, nel nostro caso tra i Comuni di Monopoli (capofila), Mola, Polignano e Conversano. Peraltro, il contratto Navita riguardante nello specifico il nostro comune, ha visto il Sindaco di Mola accettare un costo pro-capite (a persona) del servizio più elevato per i molesi rispetto al costo pro-capite di monopolitani e conversanesi. Il perchè non è mai stato spiegato dal Sindaco Colonna. E inoltre la TARI risulta esosa rispetto ai servizi ottenuti in cambio, senza alcun risparmio di spesa per le famiglie virtuose che eseguono la raccolta differenziata con scrupolo e precisione.
6) Grandi eventi. Si è trattato per lo più di spettacoli musicali ben organizzati, ad eccezione della Sagra del polpo, da importanti associazioni locali, come Agimus, Ala di riserva (per la Notte Bianca dei giovani), Arte e Musica (per il festival internazionale organistico), ecc.. alle quali il Comune di Mola ha concesso spesso il solo patrocinio.
7) Discarica Martucci. Il Comune di Mola ha fatto pochissimo, quasi niente. Non è neppure riuscito a finalizzare il finanziamento concesso dalla Regione Puglia al comune di Mola, come capofila dell’area Vasta, per il completamento delle indagini sul sottosuolo e sulle acque di falda. Martucci resta il bubbone di sempre, la bomba ecologica che, a causa della sciagurata politica regionale e metropolitana, con l’assenso di Colonna e della sua Giunta per l’inclusione del sito nel Piano regionale rifiuti e nell’assenza dell’individuazione di una localizzazione alternativa, costituisce un grave pericolo per la salute dei molesi che, purtroppo, non a caso, vede la nostra popolazione nei primi posti della nefasta classifica regionale dei codici 048, cioè delle esenzioni per analisi ed esami specialistici concesse alle persone con diagnosi di malattia oncologica.
8) Pianificazione urbana. La foto mostrata è molto indicativa e sembra quasi fatta apposta per evocare il titolo del famoso film di Francesco Rosi: “Le mani sulla città”. In realtà, nulla di concreto è stato fatto.
Infatti, il PUG (Piano Urbanistico Generale) non è stato approvato nel quinquennio appena trascorso, nonostante le promesse di Colonna e di Berlen, e l’urbanistica a Mola procede da decenni priva di una visione organica, sotto l’egida del sempiterno Assessore Berlen (richiamato in servizio da Colonna nel 2018 e che continuerà ad esserlo in caso di vittoria), con ben 19 anni al governo cittadino.
Il territorio, sempre più sfilacciato, vede un’espansione abnorme delle periferie (con costi finanziari e sociali enormi per le nuove urbanizzazioni), pur in presenza di una drastica riduzione della popolazione, del suo invecchiamento e delle poche nascite, con conseguente e notevole consumo di suolo e con l’abbandono del centro urbano, caratterizzato da spopolamento di intere zone che vedono case abbandonate al degrado.
9) Pubblica Illuminazione. Il passaggio all’illuminazione a led, supplisce alle gravi carenze che si registrano da tempo in tutto il nucleo urbano, tuttavia il nuovo gestore, tra notevoli disservizi e con frequenti black out in diverse zone di Mola, sta installando corpi illuminanti di scarsa potenza (sebbene il led sia una tecnologia che consente forti risparmi a parità di potere illuminante rispetto alle lampade tradizionali) che, quindi, stanno trasformando Mola in una cittadina dall’aspetto quasi cimiteriale.
10) Apertura Asilo nido comunale. Un atto dovuto, di inizio mandato, per le tante madri lavoratrici e per i loro bimbi. Niente di eclatante, alla pari di migliaia di comuni in tutta Italia.
11) Hub vaccinale Anti Covid-19. Una struttura prevista dai provvedimenti emergenziali di ASL e Regione. Un atto di normale amministrazione, nel corso di una pandemia mondiale: niente di eccezionale nè di straordinario.
12) Apertura Centro Famiglia e centro anti violenza. Si tratta di strumenti di pianificazione previsti nel Piano sociale di zona di cui Mola fa parte assieme ai comuni di Rutigliano e Noicattaro. Sicuramente una conquista di civiltà, ma resta desolatamente non attivato il fondamentale e indispensabile Centro diurno disabili, più volte promesso nell’apertura dal Sindaco Colonna, disattesa fino alla fine del mandato. I disabili molesi sono così costretti a recarsi fuori Mola con costi di trasporto e difficoltà logistiche di ogni tipo, tanto da indurre molte famiglie a tenerli in casa, rinunciando così alle cure motorie e psichiche per i loro cari, con grave pregiudizio per la loro salute.
IL FUTURO E’ ORA
Se sulle “cose fatte” il giudizio non poteva che essere negativo per il Sindaco uscente Colonna, nell’esame del capitoletto “Il Futuro è ora” si sfiora il grottesco e la totale inaffidabilità politica del ricandidato sindaco Colonna.
Vediamo perchè.
Pubblichiamo innanzitutto le due paginette riportate sotto tale dicitura:
E ora ripubblichiamo di seguito il Piano delle Opere pubbliche del 2022, approvato dal Consiglio comunale con il bilancio di quell’anno (la tabella è un estratto dal documento ufficiale che omettiamo per eccessiva complessità di lettura ma che, nel caso, può essere richiesto a “Mola Libera”), con accanto una colonna aggiuntiva da noi introdotta che informa sullo stato di attuazione:
Come ben si può comparare tra il capitoletto “Il Futuro è ora” e la tabella delle opere pubbliche previste nel Piano annuale 2022 (estratta dal documento ufficiale), la stragrande maggioranza delle opere previste nel prossimo quinquennio dal candidato sindaco Colonna si sarebbero dovute eseguire nel corso del 2022 dal Sindaco Colonna…
Le poche altre non menzionate nella tabella 2022 fanno invece parte del programma delle opere pubbliche 2023, queste meno che mai realizzate dallo stesso Colonna.
Quindi, in questo caso, cosa possiamo dire dell’incapacità di eseguire quanto enunciato in un documento di bilancio?
E che ora si tenta di spacciare come novità del nuovo programma elettorale?
Perchè si dovrebbe dare nuovamente fiducia ad un sindaco uscente che non è stato capace di portare a termine il programma di opere pubbliche che egli stesso annunciava come da realizzare nel corso del 2022 e che già erano state enunciate ma tralasciate negli anni precedenti del suo mandato?
Quindi, il passato del ricandidato Colonna non è altro che inerzia, incapacità, inefficienza e inefficacia.
E se così ha operato nel quinquennio precedente che cosa potrebbe far credere che dal 15 maggio, in caso di rielezione, diventerà improvvisamente un mostro di bravura e di efficacia/efficienza.
Se non si nasce cavalli di razza non si può diventarlo con un colpo di bacchetta magica, tanto più che l’ispiratore di questo nuovo elenco, rimasticato da quelli del 2022-23, altri non è che il sempiterno Assessore all’Urbanistica e Lavori pubblici Nico Berlen.
Un amministratore che della poltrona inamovibile ha fatto il suo “ubi consistam“, il suo punto di ancoraggio a tempo indeterminato, con una concezione del passare del tempo dilatata all’infinito.
Berlen, quando prende un’opera pubblica nelle mani, dal progetto alla realizzazione passano almeno una decina d’anni, ma sono tali e tante le opere che ha tralasciato da ritrovarle dopo ben 23 anni ancora da eseguire.
Ed è così che Colonna, con sprezzo del ridicolo, si porta appresso nel suo “Il Futuro è ora” opere previste nel Piano di Recupero Urbano (PRU) del Cozzetto, concepito e proposto al Consiglio comunale dell’epoca proprio da Berlen… nel 1999!!! Esattamente 23 anni fa!
E infatti si tratta di: “strade, parchi e rete viaria pedonale e ciclabile di Via Paolo VI”; Sistemazione Giardini antistanti il mercato coperto di Via De Gasperi, Asse attrezzato pedonale e ciclabile di Via Paolo VI, Orti sociali di Via Nenni, mentre nell’elenco che faceva parte originale del PRU Cozzetto manca l’indispensabile Area mercatale, che Colonna e Berlen hanno ancora una volta tralasciato.
I DISEGNINI “ACCHIAPPALIKE”
Nelle due pagine successive del fascicoletto propagandistico si riportano alcuni rendering, cioè immagini computerizzate, che vorrebbero mostrare il futuro che verrà.
Scan_0145In realtà, il primo rendering è già noto da tempo attraverso le pagine social di Colonna e raffigura il primo tratto del molo di tramontana ristrutturato: si è già detto, la coesistenza tra il preventivato flusso di visitatori con la logistica dei pescherecci all’attracco sarà molto complicata a causa del restringersi degli spazi disponibili da dividere.
Sulla sistemazione del fronte mare nord con solarium urbano abbiamo già scritto moltissimo e ci torneremo, consapevoli come siamo – fin dalla pubblicazione del progetto, già esposto in un apposito Dossier di Mola Libera – che la devastazione ambientale di quel tratto di costa sarà immane e che va fermata con tutti gli strumenti di tutela dell’habitat marino a disposizione.
Gli estratti progettuali del parcheggio di Corso Italia, dei giardini del mercato coperto di Via De Gasperi e dell’asse attrezzato di Viale Paolo VI si conoscevano già… e quindi di quale futuro si va parlando… se si tratta soltanto di progetti colpevolmente inattuati?
La novità è invece rappresentata dal rendering del Piano Regolatore Portuale, uno strumento urbanistico neppure approvato e quindi ben di là da venire. Il lay out grafico richiama il progetto Bohigas di porto turistico, questa volta senza la massiccia edificazione sulla litoranea antistante, ma comunque con la presenza di nuovi edifici a ridosso del molo di levante.
Scan_0146Uno schema che a ben guardarlo sembra però essere una di quelle “invenzioni” senza capo nè coda del nostro assessore a vita, sempre in bilico tra le fantasiose casette galleggianti e le robuste tonnellate di calcestruzzo da spalmare lungo la costa.
Peraltro, anche il “treno” (in questo caso il motoscafo veloce) del porto turistico è passato da tempo senza che Berlen ci salisse su. Ai tempi di Urban aveva ancora un senso proporlo: il mercato richiedeva in maniera sostenuta nuovi posti barca per diporto nautico.
Ma non fu realizzato a causa dell’incredibile sperpero che proprio la gestione del Sindaco Berlen fece dei fondi comunitari e nazionali a disposizione: alla fine, i soldi non bastarono neppure per mettere in gara il fronte mare nord, tanto che si dovette ricorrere ad un prestito rilevante della Cassa Depositi e prestiti per avviare i lavori.
Ma ora, con un porto turistico a 10 km. di distanza, a Polignano, e uno scalo per crociere di lusso a Monopoli, siamo sicuri che si farebbe avanti un imprenditore del settore per prendere in gestione un nuovo porto a Mola?
Tutto può essere, ma prima di avventurarsi in un’opera mastodontica, peraltro tutta da finanziare per svariati milioni di euro, ci sarebbe un piccolo particolare: il dragaggio dei fondali del porto da fare…
Ed è in quella sabbia limacciosa e inquinata che si è andato ad impantanare il ricandidato Colonna: prigioniero della mentalità perdente del suo assessore Berlen e schiavo di una visione narcisistica di se stesso, più uomo da pubbliche relazioni che sindaco.
O attore da avanspettacolo, come le sue performance al Cinema Metropolis e più di recente al Teatro Van Westerhout hanno dimostrato, con comizi in stile Renzi alla Leopolda.
In fin dei conti, i molesi vorrebbero un paese degno di essere vissuto dove siano il lavoro e la qualità della vita ad essere al primo posto.
Per il Paese dei balocchi ci rivediamo nel 2028: ora c’è da rimettere in sesto Mola.