W. MORGESE: SAN MATERNO, FORTE IMPATTO AMBIENTALE PER I LAVORI ALLA “CITTA’ DEI RAGAZZI”

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Su esplicito consenso dell’Autore, pubblichiamo di seguito il commento già apparso sulla pagina Facebook di “Mola Libera” al nostro articolo: I lettori ci scrivono -“Città dei ragazzi” a San Materno: grossi lavori in corso per un’iniziativa sportiva a probabile carattere lucrativo. Crescono le preoccupazioni per l’impatto ambientale sulla zona ad alta valenza paesaggistica, storica e architettonica”.

Ecco il link all’articolo della nostra pagina Facebook:
 
 
Ed ecco l’intervento di Waldemaro Morgese:
 
Noi molesi siamo abituati a farci male. Vi racconto ora due storielle, una riguarda la costa l’altra la collina: a Mola le abbiamo entrambe.
 
La costa.
 
Lo scempio inizia negli anni 50 quando si fanno le “lottizzazioni” selvagge che danno vita nella parte sud della costa al caotico agglomerato di Cozze. Poi negli anni 70, prima metà, cominciano lottizzazioni selvagge nella parte nord. All’epoca ero giovane segretario della sezione del Pci, nel 1974 presentammo anche un esposto-denuncia al pretore del tempo, un magistrato che poi divenne consigliere regionale Dc e anche assessore. Quel pretore mise la denuncia “agli atti”, cioè la insabbiò.
Certa magistratura usava fare così, Mola purtroppo non ebbe la fortuna di un pretore “d’assalto”, allora!
 
Il risultato, dopo decenni è che tutta la costa molese è compromessa: non ci sono zone sul serio godibili, alcune altre sono state privatizzate dal business dei balneari , zone attrezzate cui le famiglie non abbienti non possono neppure avvicinarsi. Porto Colombo, Portecchia e i Sulfuri, dove noi tredicenni facevamo il bagno in estate, sono rimaste le stesse di allora, igienicamente inaffidabili, precarie, senza servizi. Anzi, hanno anche divelto o ricoperto i cartelli che vietano la balneazione.
 
A Mola è così: non è cambiato nulla, nel senso che la situazione è peggiorata. Io ho fatto il consigliere comunale a Mola dal 1975 per cinque anni. Ricordo che il gestore del Lido Calarena dette a noi consiglieri la tessera per entrare gratis: io per protesta di fronte a questa situazione ricordo di non averla mai usata, neppure una volta!
 
Ora la seconda storiella, riguarda la collina, anzi la pedecollina cioè il primo gradone murgiano a 120-130 metri sul mare.
 
Io, insieme ad un’altra decina di persone di buona volontà, costituimmo nel 1997 l’associazione Le Antiche Ville: proprietari di casine antiche ma anche no, solo amanti del paesaggio e dell’ambiente, anche non molesi.
 
Abbiamo cercato di far capire a tutti i concittadini che Mola, dopo lo scempio della Costa, ha un ultimo territorio di pregio da tutelare, sul piano ambientale e paesaggistico, anche territorio di pregio perché carico di storia: il Poggio delle antiche ville, cioè le due contrade contigue di san Materno e Brenca.
 
Anche la Regione si è accorta e ha riconosciuto di interesse regionale l’Ecomuseo costituito su impulso dell’Associazione nel territorio del Poggio.
 
Cosa vogliamo fare per questo territorio? Trasformarlo in un chiassoso parco divertimenti, ricco magari di impianti sportivi invasivi e fatti per lucro?
 
Ditemi voi: oggi si comincia con un piccolo intervento ma molto invasivo come sta facendo la società Frontiera, diretta da un sacerdote, domani se ne fanno altri, e altri e anche questo ultimo territorio se ne andrà ai pesci.
 
Vogliamo questo? Quindi cosa sta accadendo? Che il Comune consente l’intervento invasivo sulla parte più alta della contrada san Materno, quella circondata dalla “Serra”, mentre non fa nulla nei 3 ettari di proprietà che ha attorno al canile di Brenca, dove ha avuto un finanziamento per realizzare una zona di verde attrezzato, ma tutto è fermo.
 
Un’immagine dei lavori in corso presso la proprietà della “Città dei ragazzi”
Vogliamo continuare a farci male?
 
Post-scriptum. Sono grato a Mola Libera, unico foglio di informazione che finora si sta occupando del caso. Vorrei che oltre alle Antiche Ville se ne occupino anche Legambiente, il Fai e le altre associazioni che hanno a cuore la difesa del territorio e del paesaggio a Mola, e le altre testate e social.
 
(intervento sulla pagina Facebook di “Mola Libera”, in data 25 aprile 2023, ripreso con il consenso dell’Autore)
 
Ingrandendo la foto si nota in basso un muro di cemento armato di 3 metri.

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