Gravi affermazioni dell’Assessore all’Urbanistica e Lavori pubblici Nico Berlen nel corso della seduta di Consiglio comunale di ieri sera, martedì 7 marzo. Nel rispondere ad un’interrogazione del consigliere Michele Daniele sull’impianto di fogna bianca che scaricherà a cielo aperto le acque piovane nel mare della “sciala delle cozze”, l’Assessore ha dichiarato che non gli risulta l’esistenza di un collettore interrato tra l’impianto di filtraggio di Via Padre Pio, angolo Viale Europa Unita, e il canalone di Sant’Antonio, stabilito a suo tempo quale recapito finale della fogna bianca. Eppure i lavori di collocazione e interramento furono realizzati nella primavera-estate 2006, durante il suo mandato di Sindaco e di Assessore ad interim all’Urbanistica e Lavori pubblici. Ecco la prova “regina” che smentisce la sua inquietante “smemoratezza”: una lettera dell’ing. Pietro Fiore, progettista dei lavori, al mensile “Città Nostra” pubblicata nel numero di ottobre 2007.
I lettori che stanno seguendo la vicenda degli scavi che porteranno, con una condotta a cielo aperto, le acque meteoriche nel mare della “sciala delle cozze”, rendendola di fatto non balneabile, capiranno senz’altro la gravità delle affermazioni di Berlen.
Infatti, la Giunta Colonna-Berlen ha deciso di NON utilizzare la condotta che fu realizzata nel 2006 proprio allo scopo di scaricare nel canalone di Sant’Antonio, cioè in una zona non balneabile, scegliendo invece deliberatamente di abbandonarla al suo destino sottoterra (con ovvio dispendio di denaro pubblico).
Infatti, Colonna e Berlen hanno deciso invece un recapito finale diverso, cioè quello del tratto di mare antistante alla cosiddetta località della “Sciala delle cozze”, che invece è balneabile a tutti gli effetti, ma che, con l’intervento ora previsto, di fatto non lo sarà più, dovendosi lasciare (a norma del regolamento regionale in materia) una zona di 200 metri non balneabile intorno al punto di scarico delle acque che vi arriveranno, peraltro con la realizzazione, in corso, di un problematico e anti igienico canale a cielo aperto che sarà elemento di sicuro inquinamento ambientale, con la proliferazione di insetti e roditori e ricettacolo di rifiuti.
La scelta del duo Colonna – Berlen è oltremodo grave e ingiustificata, soprattutto perchè a commissionare la realizzazione di una condotta interrata che portasse le acque piovane dall’impianto di filtraggio costruito (ma mai entrato in funzione) ed esistente all’angolo tra Via Padre Pio e Viale Europa Unita, fino al canalone di Sant’Antonio quale recapito finale, fu proprio Berlen che, nel 2006, rivestiva la carica di Sindaco (2005-2010), nonchè il ruolo contestuale di Assessore all’Urbanistica e Lavori pubblici, venendo peraltro già da un lungo periodo (1996-2005) nel quale aveva rivestito l’incarico di assessore (ai LL.PP dal 1996 al 2000 – Giunta Cristino; e all’Urbanistica e LL.PP dal 2000 al 2005 – Giunta Cristino II).
Peraltro, i lavori furono rendicontati all’interno del Programma Urban II che, come ben si sa, videro Berlen artefice e realizzatore, anche se con un risultato complessivo molto deludente, tanto che l’elettorato ne bocciò la rielezione nelle elezioni del 2010.
LA GRAVE E INGIUSTIFICABILE “SMEMORATEZZA” DI BERLEN: ECCO COSA E’ ACCADUTO IERI SERA IN CONSIGLIO COMUNALE. A CHI GIOVA?
Ieri sera, martedì 7 marzo 2023, nella seduta consiliare dedicata alle interrogazioni e interpellanze, si è avuta la riprova che l’operato del duo Colonna-Berlen abbia risvolti talvolta molto inquietanti per la veridicità e l’affidabilità dell’azione amministrativa di questa Giunta comunale.
Infatti, il consigliere Michele Daniele, nell’articolare la sua interrogazione sui lavori in corso in Viale Europa Unita e che vedono uno scavo al di là della strada in direzione della costa, ha chiesto al Sindaco e all’Assessore Berlen come mai sia stato deciso di realizzare questo scavo (peraltro a cielo aperto nel tratto finale, con ogni problema di salubrità già evidenziato) per aversi un recapito finale delle acque meteoriche in una zona assolutamente balneabile, tra le più pulite del nostro litorale, quella della “sciala delle cozze”.


La domanda è stata corredata da un’ovvia constatazione che “Mola Libera” ha già fatto più volte: come mai la Giunta Colonna-Berlen ha effettuato questa problematica scelta, mentre è già disponibile un collettore interrato che fu realizzato in maniera specifica per collegare l’impianto di filtraggio, situato tra Via Padre Pio e Viale Europa Unita, al canalone di Sant’Antonio quale recapito finale delle acque meteoriche del nuovo abitato situato a ovest.
Il canalone, come ben si sa, sbocca in un tratto di mare non balneabile per disposizioni di legge che più volte abbiamo evidenziato e che sono attestate sia da una lettera dell’ARPA del 2013 (pubblicata da Mola Libera sulla nostra pagina Facebook e che qui riproponiamo) che dalla vigente regolamentazione, presente nella carta nazionale delle acque di balneazione e di non balneazione.
Una legittima domanda alla quale l’Assessore Berlen avrebbe potuto e dovuto rispondere con cognizione di causa.
Invece, la risposta di Berlen è stata disarmante, affermando che “non mi risulta che esista tale collettore”. Per poi parzialmente correggersi sotto l’incalzare del consigliere Daniele, dicendo che forse il collettore c’è ma che “muore” alla “Pinetina” (cioè all’inizio di Viale Piero Delfino Pesce) e di non conoscere il perchè si sia interrotto in quel punto.
Delle due l’una: l’Assessore Berlen ha necessità di una robusta cura di fosforo ovvero ha mentito.
Un fatto è certo: la posa del collettore avvenne sotto il suo mandato di Sindaco (primavera-estate 2006) e il progetto fu redatto quando egli ricopriva il ruolo di Assessore all’Urbanistica e Lavori pubblici nella Giunta Cristino II (2000-2005).
Berlen non può “dimenticare” fatti e atti così importanti, tali addirittura da fargli prendere una decisione assolutamente in contrasto con l’opera del 2006, quando cioè nel 2018-2020 ha deciso che il recapito finale della acque meteoriche da trattare nell’impianto di filtraggio di Via Padre Pio-Viale Europa Unita, non fosse più nel canalone di Sant’Antonio (in zona NON balneabile e quindi con minore impatto ambientale), bensì nel tratto di marre della Sciala delle cozze (in zona balneabile e pertanto con alto impatto ambientale).
ECCO LA “PROVA REGINA” CHE METTE A NUDO BERLEN
La “smemoratezza” o la dichiarazione non rispondente alla verità dei fatti e degli atti amministrativi è ora comprovata da una “prova regina” che “Mola Libera” è in grado di esibire, in attesa che qualche consigliere comunale di buona volontà acquisisca gli atti amministrativi del progetto e dell’esecuzione della posa in opera del collettore interrato nel tratto Viale Europa Unita – Canalone di Sant’Antonio.
Si tratta di una lettera che l’ing. Pietro Fiore, progettista dei lavori di realizzazione della sistemazione urbanistica dell’espansione del “Cozzetto”, e quindi, anche della canalizzazione delle acque piovane verso l’impianto di trattamento situato all’angolo di Viale Europa Unita- Via Padre Pio, scrisse al mensile “Città Nostra”.
Tale lettera, pubblicata dal mensile nel numero di Ottobre 2007, rispondeva ad alcune contestazioni di un cittadino (apparse sullo stesso mensile nel numero precedente del Settembre 2007) proprio in relazione all’innesto del collettore proveniente dall’impianto di filtraggio nel canalone di Sant’Antonio, lamentando la precarietà dello smaltimento delle acque piovane nella zona di Via D’Angiò e adiacenze al canalone.
Come si può ben leggere, lo scomparso ing. Fiore, nel rispondere al cittadino, riporta la realizzazione dell’interramento con una precisa scansione temporale (primavera – estate 2006), precisando che nel lungo tratto esistono delle stazioni intermedie, l’ultima delle quali, prima dell’innesto del collettore nel canalone, si trova in Piazza Marinai d’Italia (Portecchia), e quindi ben dopo la “pinetina”…, attestando quindi che tutta la canalizzazione è stata realizzata.
Non è certo colpa del compianto ing. Fiore se poi sia l’impianto di filtraggio che la condotta che porta al canalone di Sant’Antonio non sono mai entrati in funzione.
Ma invece è precisa responsabilità politico-amministrativa quella della Giunta Colonna – Berlen nell’aver omesso nel nuovo progetto di canalizzazione delle acque questa importantissima scelta tecnico-urbanistica, per addivenire nel 2020 ad una soluzione progettuale che ignora (a questo punto possiamo dire deliberatamente) la presenza di tale importantissima infrastruttura già realizzata, pronta e disponibile.
In sostanza, si è ignorato che la condotta esistesse, progettando così un altro sbocco quale recapito finale delle acque piovane, andando a creare un sicuro problema ambientale e, peraltro, tacendo l’esistenza di quella infrastruttura alle autorità regionali che, non portate a conoscenza del precedente, sono state costrette a sanare la nuova scelta (considerata da tali autorità in contrasto con al normativa ambientale) con un’autorizzazione paesaggistica in deroga.
In definitiva, Mola continua a pagare per l’operato amministrativo molto spesso irrituale, erratico, ridondante e irrazionale di un Assessore (e Sindaco) che da un tempo infinito, di lunghezza e pervasività “andreottiana”, siede nella stanza dei bottoni con scarsa lungimiranza e, a questo punto, con un inquietante livello di confusione e sperpero di risorse pubbliche.
Ovviamente, il Sindaco Colonna è corresponsabile di questi cattivi risultati per il quinquennio che ormai è spirato.
IL DOCUMENTO: LA LETTERA DELL’ING. PIETRO FIORE CHE ATTESTA LA POSA IN OPERA DEL COLLETTORE CHE COLLEGA L’IMPIANTO DI FILTRAGGIO ESISTENTE TRA VIA PADRE PIO-VIALE EUROPA UNITA E IL CANALONE DI SANT’ANTONIO
Ecco il documento che “Mola Libera” offre ai lettori per piena conoscenza dei fatti, in attesa di poter disporre del progetto e dei particolari esecutivi che portarono alla realizzazione della condotta tra Viale Europa Unita – Via Padre Pio e il canalone di Sant’Antonio, “rimossa” (di proposito o meno che sia) dalla memoria del Sindaco-Assessore che la commissionò.
ZORRO DOCENTE UNIVERSITARIO
Questo “signore” fa parte di quella schiera di “personaggi” che dovrebbero dimettersi (con enormi Scuse e Risarcimenti) a vita dalla scena politica Molese…! 🆘👎
Una interpretazione da premio oscar…..peccato che il progetto esecutivo riporti CHIARAMENTE tutte le indicazioni degli impianti esistenti e relativi collegamenti e sezioni idrauliche …… ma ferisce anco piu’ la completa disinformazione e l’incapacità di valutare il VALORE SOCIALE DELL’INTERVENTO… e ancora l’incapacità di saper riconoscere le emergenze architettoniche paesaggistiche ed ambientali presenti sul territorio … perchè è proprio nel rapporto uomo natura ambiente Paesaggio … in quella capacità dell’uomo di confrontarsi con un ambiente a tratti arido ostile che ha caratteizzato quel patrimonio diffuso di interventi antropici agricoli raggruppati sotto il nome di archotettura della pietra a secco…… il richiamoalla famosa frase vernacolare “e ch’ port i prhtieh u parait!” interpreta correttamente il senso delle mie affermazioni… ed è proprio quel rapporto che fa grande la Puglia nel mondo e allora mi chiedo : vale forse meno della costa Ripagnola la nostra? SALVIAMO LA NOSTRA RIPAGNOLA DALLO SCEMPIO DI UNA CONDOTTA A CIELO APERTO A RIDOSSO DELLA SPECCHIA DELLA SCIALA DELLE COZZE