Il Presidente dell’Associazione “Chiudiamo la discarica Martucci”, dopo aver nei mesi e nelle settimane scorse diffuso, insieme al Sindaco di Mola, un clima di incauto ottimismo sulla (a loro dire) pressochè impossibile riapertura della discarica (le due vasche di servizio/soccorso), lancia ora un allarme tardivo a fronte dei precisi propositi della Regione e dell’AGER finalizzati a ripristinare la discarica per servire l’intera Area metropolitana. “Mola Libera” era stata facile profeta nell’evidenziare, invece, i veri intendimenti dei politici e burocrati regionali, in assenza di vere e decise iniziative del Sindaco Colonna e del Tavolo tecnico intercomunale per l’individuazione di un sito alternativo. Le nostre considerazioni.
Riceviamo dal “Comitato Chiudiamo la discarica Martucci” e pubblichiamo:
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NOSTRO COMMENTO
Ecco la riprova del nostro ambientalismo all’acqua di rose. Non se ne abbia a male l’amico Farella, ma lui sa bene che “Mola Libera” non le manda a dire. E quindi non possiamo tacere.
Intorno a Martucci stanno accadendo fatti molto gravi in questi ultimi giorni:
1) L’udienza di trattazione nel merito presso il Consiglio di Stato (non presso il TAR, come ha scritto più volte erroneamente “Chiudiamo la discarica”) del ricorso della Progetto Gestione Bacino Bari 5, contro la sentenza del TAR che dava torto a tale società bocciandone la richiesta alla Regione di procedere con lavori semplificati per il ripristino delle due vasche di servizio/soccorso (in poche parole, la discarica), fissata per lo scorso 16 febbraio, è stata cancellata dal ruolo.
2) Nel diritto processuale amministrativo significa che c’è stato un previo accordo tra le parti, avallato dal Giudice, per tale cancellazione. Molto probabilmente, quindi, anche alla luce dei successivi sviluppi, ciò significa che le parti (Regione e Progetto Gestione Bacino Bari 5) si sono accordate per un rilascio dell’AIA (Autorizzazione Ambientale Integrata) da parte del Servizio regionale AIA che vada incontro alle esigenze di tale società.
Ricordiamo in proposito che la Progetto Gestione Bacino Bari 5 gestisce l’impianto complesso esistente a Martucci per la produzione del CSS (combustibile solido secondario, ex CDR), cioè le ecoballe che vengono poi bruciate nel termovalorizzatore di Massafra e che il biostabilizzato, cioè il prodotto di scarto della lavorazione del rifiuto indifferenziato, conferito dall’intero bacino dei comuni dell’Area metropolitana, finisce in discariche fuori provincia poichè le due vasche di servizio/soccorso sono al momento chiuse.
3) Il Piano regionale rifiuti approvato nel dicembre 2021, purtroppo prevede la riapertura di quelle due vasche (Lotto 2), a condizione che si facciano attività di monitoraggio sul Lotto 3 già esaurito, oltre alle azioni di prevenzione (che sono ben più blande delle azioni di messa in sicurezza).
Ma queste attività, demandate ai Comuni di Mola e Conversano, sono iniziate ma non si sono mai concluse. Infatti, dopo le indagini geognostiche, sono stati esperiti alcuni limitati carotaggi e quindi prelievi delle acque di falda, ma i risultati non sono mai stati resi noti ufficialmente, nè è mai stata consegnata una relazione finale.
4) Il testo del Piano Regionale Rifiuti, comunque, consente ai comuni dell’Area metropolitana di individuare un sito alternativo a Martucci, da ubicarsi nel territorio di un altro comune, laddove la legge, in ogni caso, affida direttamente alla Città Metropolitana tale compito.
5) Pochi giorni fa, è apparso un articolo sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” dal contenuto inequivocabile finalizzato a chiedere la riapertura della discarica Martucci (le due vasche di servizio/soccorso). Tenuto conto che la Gazzetta è stata acquistata dall’Amministratore delegato delle Progetto Gestione Bacino Bari 5, Albanese, non è difficile immaginare che quell’articolo abbia fatto da battistrada ad altri propositi.
6) Infatti, nella recente seduta della Commissione regionale ambiente si è proprio discusso di questo, con il Direttore AGER (Agenzia Regionale Gestione Rifiuti), Grandaliano, che ha perorato la riapertura della discarica o quanto meno lo slittamento della chiusura dell’impianto complesso di trattamento dei rifiuti indifferenziati oltre il termine di cessazione definitiva, fissato dal Piano nel 2025.
7) In sostanza, siamo arrivati a quanto il nostro giornale aveva purtroppo ampiamente previsto: la riapertura in tempi rapidi della discarica e il posticipo oltre quanto fissato nel Piano regionale rifiuti e nel contratto di concessione quindicennale firmato da Vendola.
8) In tutto questo ovvio prepararsi sotterraneo degli eventi, invece, sia il “Comitato Chiudiamo la discarica” che il Sindaco Colonna, nei mesi e nelle settimane scorse avevano sparso ottimismo a piene mani, dicendosi sicuri che la discarica non avrebbe più riaperto e che, anzi, il 2025 era la data limite per vedere cessare ogni attività a Martucci.
9) Nel frattempo, il Sindaco di Mola, dopo una debole lettera dello scorso 17 gennaio (mai portata a conoscenza della cittadinanza) finalizzata a chiedere l’individuazione del sito alternativo (ma senza tallonare per davvero il suo mentore Decaro, Sindaco della Città Metropolitana, cioè l’ente che per legge deve effettuare tale scelta), non si è affatto preoccupato di dare impulso alla conclusione delle attività del Tavolo tecnico intercomunale, tanto che il Direttore AGER Grandaliano ne ha tratto motivo per giustificare lo slittamento del termine finale fissato al 2025 ad una data successiva imprecisata.
10) Nel gioco delle parti, la Regione ha evidenziato la necessità di riaprire comunque la discarica (le due vasche di servizio/soccorso) perchè ha ribadito che tale previsione è contenuta nel Piano regionale rifiuti (e purtroppo è vero, come abbiamo scritto su Mola Libera mille e più volte) e che, in ogni caso, non è più possibile portare il biostabilizzato nelle discariche fuori provincia.
Cioè che, in poche parole, il ciclo provinciale dei rifiuti si deve chiudere a Martucci, tacendo ovviamente (nell’ipocrisia generale di tutti i politici afferenti all’area di potere regionale, a cominciare dal nostro Sindaco e dall’Assessora Tarsitano) che un analogo impianto complesso di trattamento dei rifiuti indifferenziati (TMB, Trattamento Meccanico Biologico) esiste, oltre che a Martucci, anche a Bari, presso l’AMIU, e che esso NON è dotato della discarica di servizio/soccorso, sebbene il Piano regionale preveda che tale impianto resterà l’unico attivo nell’Area metropolitana dopo la scadenza del contratto quindicennale stipulato dalla Regione per Martucci.
11) Insomma, in tutto questo torniamo ad evidenziare come quel Piano Regionale rifiuti sia stato concepito esattamente per riaprire la discarica Martucci e per procrastinare la vita dell’impianto complesso, magari integrandolo successivamente con un termovalorizzatore, come l’articolo della “Gazzetta” lascia ampiamente intravedere.
12) L’incompetenza politico-amministrativa dei nostri amministratori comunali e degli ambientalisti locali a trazione Emiliano-Decaro, vede ora giungere i nodi al pettine. Infatti, al di là del profluvio di chiacchiere vuote e inconcludenti di questi anni, amministratori e ambientalisti targati PD e dintorni non hanno fatto altro che, volenti o nolenti, predisporre il facile affondo della Progetto Gestione Bacino Bari 5, dei politici e burocrati regionali e dell’AGER finalizzato alla riapertura di Martucci e a tenere a tempo indefinito in vita l’industria della “monnezza” in quel di Martucci.
13) Verrebbe spontaneo dire con riferimento ai professionisti della politica e dell’ambientalismo: “chi è causa del mal suo pianga se stesso”. Ma il problema è che a piangere è un’intera popolazione sotto gli effetti nefasti e pluridecennali di una discarica che continua inesorabile a fare il suo sporco, letale, lavoro nelle viscere della terra e nella salute dei più fragili.