M. DANIELE: “INSIEME A MARTUCCI, IL BIOMETANO. MOLA SARA’ IL PAESE DELLA MONNEZZA”

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Ecco come il consigliere comunale Michele Daniele (M5S) ricostruisce l’intera vicenda dell’iniziativa imprenditoriale finalizzata alla realizzazione di un impianto di produzione di biometano, in agro molese.

Michele Daniele

Riceviamo dal consigliere comunale Michele Daniele (Movimento 5 stelle) e pubblichiamo:

IMPIANTO BIOMETANO

Un’altra tegola sta per abbattersi sul martoriato territorio molese e solo la consapevolezza dei rischi e la reazione della comunità molese può evitare che produca i suoi effetti devastanti. Riguarda il progetto di biodigestore, cioè un impianto di riciclaggio che decompone i rifiuti organici tramite batteri anaerobi, generando biogas. Insomma, un ulteriore impianto di gestione rifiuti oltre a quello sciagurato di Martucci.

– L’impianto di biogas –

Cosa succede in questo impianto? I rifiuti organici (l’umido), dopo una fase di pre-trattamento e pulizia, vengono inviati in grossi vasconi sigillati dove sono presenti microrganismi (batteri) che, operando in assenza di ossigeno (da qui il termine anaerobico) favoriscono la trasformazione della sostanza organica in biogas e in digestato. Il biogas prodotto – miscela di gas costituito prevalentemente da metano e anidride carbonica oltre ad altre sostanze dannose e nocive – viene poi trattato in un processo di depurazione per ottenere sostanzialmente metano.

Il digestato – che rimane nei vasconi dopo la produzione del gas – potrebbe essere sottoposto a trattamento di “compostaggio aerobico” che si sviluppa in ampie aree ben aerate dove, per l’azione di altri microrganismi che operano in presenza di ossigeno (da qui il termine aerobico), viene trasformato dopo alcuni mesi in “compost”.

– I fatti: la falsa partenza –

Trovo interessante esporre i fatti così come sono venuti a mia conoscenza e come la vicenda si è sviluppata sino ad oggi. Come si concluderà molto dipenderà dalla cittadinanza molese, in ognuno dei suoi componenti, per evitare che si ripeta il disastro Martucci.

Partiamo dal maggio dello scorso anno. Mi arrivano delle voci di una società del Nord che vuole costruire un impianto di compostaggio con estrazione di biogas nell’area di raccolta rifiuti della ex Lombardi sulla via vecchia di Conversano subito dopo il cavalcavia. Come ho potuto appurare in seguito, nella trattativa erano coinvolti alcuni amministratori di questa consigliatura, consiglieri di opposizione inclusi.

Effettuai una interrogazione al riguardo nella seduta consiliare del 26 maggio 2022. Manco a dirlo, il sindaco Colonna e l’assessore Berlen asserirono di non saperne niente perchè in Comune non era arrivata alcuna richiesta ufficiale.

In seguito appurai che la trattativa non andò a buon fine perchè l’area era piccola e occorreva acquistare i terreni confinanti e alcuni confinanti non vollero cedere i loro terreni.

– I fatti: il 2° tentativo –

Vista l’esperienza negativa fatta a causa delle difficoltà di allargare l’area individuata, gli imprenditori del biogas cercano e trovano un terreno con le dimensioni adeguate: un terreno di 5 ettari dalle parti di Scannacinque, nei pressi di dove passerà la nuova variante della Statale 16.

Tant’è che nell’ottobre 2022 viene fondata una società SRL, Metamola, il cui nome è tutto un programma, ricavato dalla contrazione di metano e Mola, e contestualmente una società gemella intitolata Mola Energia Srl, con il chiaro intento di effettuare i loro investimenti in agro molese.

E il 9 dicembre scorso viene formalizzato davanti ad un notaio il contratto preliminare di acquisto da parte di Metamola dell’appezzamento di 5 ettari al prezzo di 60mila € per ettaro, un prezzo almeno doppio se non triplo rispetto al prezzo di mercato di terreni simili in zona agricola.

L’intento di tale prezzo esorbitante è chiaro: scoraggiare i confinanti dall’esercitare il diritto di prelazione su quel terreno.

– La domanda chiave è: perchè proprio a Mola? –

Con i terreni che hanno prezzi molto più alti rispetto ad altri territori?

In una zona tra le più fertili e precoci dello stesso territorio molese?

Mola, che subisce già le nefaste conseguenze della discarica Martucci? Con un indice di criticità ambientale già elevatissimo e che non potrà che aumentare per la presenza di questo biodigestore.

Tra l’altro in una zona che verrà devastata dalla nuova Statale 16.

Ecco, ed è forse questa la risposta alla domanda chiave: la prevista presenza di arterie a scorrimento nazionale che favorirà la raccolta di rifiuti organici da tutta la Puglia e oltre, consentendo l’agevole raggiungimento dell’impianto.

Frutto avvelenato di una nuova inutile variante alla Statale 16 che quasi l’intero Consiglio comunale (tranne 2 consiglieri di opposizione) salutò entusiasticamente, con sindaco Colonna, assessore Berlen in testa, ma seguiti immediatamente a ruota dall’intero centro-destra presente nella “opposizione”.

A dimostrazione sia della comune miopia della classe “politica” molese sia della intercambiabilità di pseudo-destra e pseudo-sinistra che governa Mola ininterrottamente da 30 anni.

– Come ne sono venuto a conoscenza –

Durante le ultime festività, ed esattamente il 5 gennaio, un agricoltore di Noicattaro conosciuto nelle riunioni dei comitati che si stanno opponendo alla realizzazione della nuova variante alla Statale 16, mi contatta telefonicamente avvisandomi che in contrada Scannacinque la società Metamola Srl ha acquistato un terreno di 5 ettari ad un prezzo spropositato per costruirci un impianto per la produzione di biometano, dalle parti di dove arriverà la nuova statale.

Della cosa informo subito tutti i colleghi consiglieri di “opposizione” (sia Fratelli d’Italia che Forza Italia che Alleanza per Mola che la lista Di Rutigliano) per avere eventualmente maggiori notizie e magari cercandone tra le loro relazioni. Nessuna reazione, come se non avessi chiesto niente. Indice o di connivenza o di palese disinteresse.

Al solito, è uno sporco lavoro ma qualcuno deve farlo. Mi armo di santa pazienza e contatto mie conoscenze che so avere delle proprietà dalle parti di Scannacinque. Mi imbatto in uno dei confinanti di tale terreno e che hanno ricevuto una comunicazione da parte dell’acquirente in modo che possano, eventualmente, esercitare il diritto di prelazione subentrando all’acquirente. Naturalmente il prezzo esorbitante ha fatto da deterrente e nessuno dei confinanti ha esercitato il diritto di prelazione.

– Il contratto preliminare –

I confinanti mi fanno prendere visione del contratto preliminare da dove ricavo esattamente la posizione del fondo acquisito da Metamola. E’ nei pressi di dove arriverà la nuova variante della Statale 16, a circa 1 km da due strutture ricettive quali Sanra e Plenilunio della Fortezza e di insediamenti produttivi quali Orion, Edisal e Sitael, a poco più di 2 km dal centro abitato di Cerulli, da Maddalena di Canossa e dal nuovo insediamento della C2.3.

Informo di questi dettagli i colleghi consiglieri di “opposizione”. Tutti continuano a non avere la più pallida idea di questo progetto e, cosa più preoccupante, a nessuno sembra interessare la cosa.

– Metamola –

Proseguo nella mia ricerca effettuando una visura camerale per capire la composizione societaria della società acquirente. E’ costituita al 90% dalla milanese Sunshine Srl, una holding finanziaria, e dal 10% da Domenico Lanzilotta, meglio noto come Domi, un ex-politico di Castellana molto noto negli ambienti politici locali di centro-destra, ultimamente vicino anche agli ambienti attuali di centro-sinistra, dove sono traslocati diversi gruppi locali. Lanzilotta è stato ed è la parte attiva che si è incaricata della ricerca dell’area dove installare l’impianto e ha condotto le trattative per conto della società.

– Gli attori –

Ne approfitto per chiarire che personalmente non ho nulla nè contro questa società che sta provando a sviluppare il suo business nè tantomeno contro i proprietari dell’appezzamento in questione che vogliono ricavare il massimo dalla loro proprietà. A livello privato ognuno è legittimato a perseguire i propri interessi, purchè rispettando le norme.

Quello che invece mi inquieta è che siano le istituzioni pubbliche, Comune in primis, a non perseguire gli interessi della comunità che dovrebbero amministrare. Perchè se si tutelassero, non sarebbe stato possibile la nascita e l’espansione dell’ecomostro Martucci, ad esempio.

La domanda chiave è infatti: come è possibile che un operatore, molto noto negli ambienti politici locali, è alla ricerca da quasi 1 anno di un insediamento industriale della portata di un biodigestore, e sindaco, assessori e consiglieri del territorio dove tale impianto dovrà inserirsi ne siano totalmente all’oscuro?

E come è possibile che questi amministratori non si rendano conto del rischio che corre il nostro territorio, rischio che va oltre la stretta cerchia dei confinanti e delle attività produttive della zona, ma investe l’intero paese sia per la pervasività delle emissioni odorigine, sia per la cattiva fama per Mola che sarà identificato come il paese della monnezza?

Gli altri attori di questa vicenda sono gli agricoltori confinanti che si sono resi immediatamente conto dei danni irreversibili che riceveranno nel caso l’impianto sia realizzato, con le loro attività produttive messe a rischio e che condurranno ad una svalutazione delle loro proprietà che saranno costretti a svendere, magari alla stessa società proprietaria dell’impianto che potrà quindi espandersi indefinitamente. Nè più nè meno di quanto successo a Martucci.

Agricoltori che mi hanno incontrato per manifestarmi le loro preoccupazioni e che mi hanno consentito di analizzare il preliminare di vendita loro pervenuto affinchè potessero esercitare il diritto di prelazione.

– L’interrogazione –

Lo scorso 7 febbraio, in occasione della seduta consiliare prevista, rivolgo al sindaco Colonna una semplice interrogazione in cui chiedo 3 semplici cose:

  1. il sindaco è a conoscenza delle intenzioni di Metamola di installare un impianto di biometano?
  2. che sia o non sia a conoscenza, questa amministrazione si opporrà a tale progetto?
  3. se è a conoscenza delle conseguenze per il territorio per la presenza di simili impianti, e quali sono i vantaggi per Mola?

Alla prima domanda, come al solito, il sindaco risponde che non ne sa niente perchè nessuna richiesta ufficiale è pervenuta al Comune di Mola. Praticamente una non risposta. Sia perchè il progetto è ancora in una fase iniziale e non sono state ancora avviate le procedure per l’ottenimento delle autorizzazioni sia perchè queste autorizzazioni sono di competenza di enti sovracomunali (Regione e Città Metropolitana) e a Mola arriveranno solamente in una fase più avanzata, quando sarà più difficile opporsi. Evidenziando l’ignoranza sulle procedure che sottendono le autorizzazioni per tali impianti. Se non una volontà di mettere la sordina a un evento potenzialmente devastante per la comunità che amministra.

Infatti il sindaco inizia a blaterare che si tratta di una notizia priva di qualsiasi fondamento accusandomi di fare allarmismo. Al chè, uno dei confinanti presenti tra il pubblico alla seduta consiliare, mi mette tra le mani una copia del preliminare di vendita affinchè lo facessi pervenire al sindaco. Cosa che viene effettuata in modo che anche l’Amministrazione comunale sia al corrente dei dettagli dell’operazione in atto.

– Il dibattito –

Ne segue un dibattito surreale. Con il sindaco che asserisce che tale contratto è solo una scrittura privata che non ha alcuna valenza pubblica (ignorando che il contratto è stato registrato da un notaio e quindi ha valenza pubblica).

E ancora una volta evidenziando che sta sottovalutando i rischi che corre il territorio da lui amministrato.

Poi il sindaco si lancia in una affermazione quanto meno bizzarra affermando che il biometano è meno inquinante del gas naturale e che quindi lui è a favore del biometano e contrario alle trivelle.

Trascurando il piccolo particolare che le trivelle sono in acque internazionali e di competenza del governo nazionale mentre l’impianto in questione si insedierà sotto il sedere dei molesi, incluso il suo, in un territorio da lui amministrato.

Uno degli agricoltori presenti al dibattito chiede di intervenire: il regolamento non consente interventi del pubblico. Si chiede una deroga al Presidente del Consiglio, che è d’accordo così come la minoranza. Sindaco e maggioranza si oppongono. Si perviene ad un compromesso sospendendo la seduta consiliare per 10 minuti in modo che gli agricoltori presenti possano intervenire.

L’agricoltore esprime le loro preoccupazioni sui destini delle loro attività economiche. Sarebbero anche disposti ad acquisirlo collettivamente ma il prezzo previsto nel preliminare è totalmente fuori mercato e quindi devono rinunciarvi.

Il consiglio riprende con l’assessore all’ambiente Tarsitano che attende di vedere il progetto e, se questo avrà impatti ambientali dannosi, sarà la prima a scendere in piazza e ad abbracciare la causa degli agricoltori, come successo a Ruvo.

Mi dichiaro soddisfatto se questa è la posizione dell’intera giunta e non personale dell’assessore.

Interviene il sindaco accusandomi di manipolare le affermazioni dell’assessore e ribadisce che prima vuole vedere il progetto e vuole attendere i documenti ufficiali (che magari arriveranno in una fase così avanzata che sarà molto più difficile bloccare questo insediamento).

Dimostrando di non afferrare il punto essenziale: che è molto più facile bloccare questo insediamento in una fase iniziale, quando la società non ha ancora investito nella progettazione definitiva dell’opera, quando non ha avviato la faticosa e dispendiosa procedura autorizzativa.

Personalmente farò di tutto affinchè questo insediamento sia bloccato sul nascere, percorrendo tutte le vie anche extra amministrative affinchè nessuno si faccia male. Terrò informata la cittadinanza dei successivi sviluppi, grazie anche alla preziosa collaborazione della stampa locale, che ringrazio per lo spazio che mette a disposizione.

– Conclusioni –

L’irritazione del sindaco e della giunta è evidente. Contro la possibilità di questo insediamento devastante per il nostro territorio? No, contro di me che ho portato alla luce questo rischio. E contro gli agricoltori che si sono rivolti a me, consigliere di opposizione, e non al sindaco o a qualche assessore.

Beh, in realtà a saperlo erano in tanti e nessuno ne parlava pubblicamente. Ma l’unico che ha approfondito la questione e che ha indagato è stato il sottoscritto.

Infine, perchè gli agricoltori si sono rivolti a me? Sarà perchè sono stato l’unico che ha cercato un contatto diretto con loro? O magari sarà perchè mi interesso dei disastri che avvengono su Mola mentre altri sono interessati solo a curare i propri affari personali?

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