Con un comunicato, l’Associazione “Chiudiamo la discarica Martucci” rivendica il fondamentale contributo alla causa dell’istituzione del parco naturale di Costa Ripagnola. Le considerazioni di “Mola Libera” per un’estensione della perimetrazione del parco al litorale molese sud, a partire da Cozze.
Riceviamo dall’Associazione “Chiudiamo la discarica Martucci” e pubblichiamo:
Fra qualche giorno in V Commissione regionale, precisamente il 7 luglio, e auspicabilmente nei giorni successivi in Consiglio regionale si discuterà del Disegno di Legge istitutivo del Parco Naturale regionale “Costa Ripagnola”. Un traguardo ancora da tagliare, sul quale spingeremo fino all’ultimo secondo, che ha visto la nostra partecipazione attiva e fattiva.
In allegato una nostra nota in proposito.
Associazione “Chiudiamo la discarica Martucci”
Il Presidente
dott. Vittorio Farella
Ecco il comunicato:
(per scorrere il documento, cliccare in basso a sinistra sulle icone con le frecce)
Ripagnola nel cuore anche per ns. associazioneNOSTRE CONSIDERAZIONI
Parafrasando lo slogan della protesta anti razzista di queste settimane negli USA, potremmo scrivere: Maule coast matter, la costa molese conta.
Infatti, non è possibile occuparsi della costa altrui, quella polignanese, dimenticando la nostra.
Il litorale è infatti un unicum che non si ferma con divisioni territoriali e amministrative e se è giusto e doveroso (e qui va il plauso a “I pastori della costa” e a tutte le associazioni e ai singoli che ne hanno seguito l’esempio) a quanti si sono prodigati per la giusta salvaguardia e difesa di Costa Ripagnola da un ennesimo scempio annunciato, è altrettanto obbligatorio dover difendere e salvare ogni tratto di costa dalla cementificazione.
Infatti, anche le coste purtroppo largamente compromesse nel tempo, come quella molese, devono essere tutelate in maniera assoluta da nuovi assalti speculativi laddove vi siano tratti ancora intatti e riportate alla legalità e alla “naturalità” laddove siano stati commessi abusi e illeciti, come nel caso delle ville a mare confiscate, ovvero si siano perpetrati scempi “legalizzati” (come sul litorale nord: con il famigerato “muro sul mare” e la distruzione dei resti della Via Traiana/Francigena) da mitigare con interventi che li compensino in senso ambientale.




Sulla costa molese, un tempo feconda contrada che portava sulle tavole dei molesi e del circondario i sapidi pomodori della “Penna” e altre pregiate coltivazioni orticole, purtroppo, a causa della cementificazione selvaggia del nostro litorale, molto poco di quei mitici campi sono rimasti, peraltro con varietà ormai diverse (con qualità organolettiche inferiori) da quelle del periodo d’oro.
Ecco perché è importante la redazione di un Piano comunale delle coste che rafforzi la tutela ambientale e consenta un eco turismo sostenibile coniugato con la valorizzazione della nostra agricoltura tradizionale e della nostra gastronomia: uniche vere risorse ripetibili e usufruibili nel tempo.
Anche per questo motivo “Mola Libera” ribadisce la necessità di includere la fascia costiera della litoranea Mola – Cozze nella perimetrazione del Parco naturale di Costa Ripagnola che, attualmente, nel disegno di legge regionale, si estende dai confini con il territorio molese verso sud, fino ad includere perfino un tratto della costa monopolitana.


Non vogliamo rivendicare primogeniture in questa proposta, ma è comunque d’obbligo sottolineare come alcuni politici e ambientalisti molesi siano rimasti sordi a lungo quando “Mola Libera” li richiamava alla necessità di occuparsi della nostra costa alla pari dell’attenzione da loro invece riservata esclusivamente al litorale polignanese.
Ora prendiamo atto dell’interesse di taluni politici e ambientalisti alla proposta del nostro giornale, per un’estensione della perimetrazione del parco di Costa Ripagnola alla costa molese sud.
Tale estensione avrebbe notevoli benefici ambientali e ricadute economiche, favorendo un turismo eco sostenibile, oltre ad una valorizzazione e ad un recupero della nostra frazione balneare di Cozze, assolutamente abbandonata al suo destino nel corso degli ultimi decenni.
Non è mai troppo tardi per cogliere i notevoli benefici ambientali e le importanti ricadute economiche che ne deriverebbero.
Tuttavia rimane lo sconcerto per l’assoluta improvvisazione e impreparazione della classe politica locale e per un ambientalismo radical chic che si “innamora” delle coste più blasonate e fa finta che l’abusivismo e la cementificazione selvaggia del litorale molese non esistano.
Allo stesso tempo, politici improvvisati e ambientalisti “con la costa degli altri” non si preoccupano di chiamare alla discussione, alla proposta e alla riflessione sul redigendo Piano comunale delle coste, tuttora tenuto nascosto nei cassetti del Sindaco, dell’Assessore Berlen e del Capo Settore Urbanistica, sebbene il suo progettista, l’arch. Andreassi, ne abbia consegnato una bozza alla Giunta comunale fin dal maggio scorso.
Anche in questo caso non è mai troppo tardi per emendarsi da ritardi e colpevoli “disattenzioni”.

